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TORRI DEL VIOLET AL CATINACCIO
Dal 10/09/2022 Al 11/09/2022

Nel Regno di Re Laurino. 

Escursione di Sabato 10
Dal rifugio Ciampedie (1990 m) per facile sentiero pianeggiante N°540 si arriva in 40’ al rifugio Gardeccia  (1949 m). Qui inizia la salita di circa un’ora verso il rifugio Vajolet (2243 m) su sentiero (stradina) N° 546 tra il gruppo del Catinaccio a sx e i dirupi del Larsec a dx. Dopo una breve sosta inizia la parte più impegnativa dell’escursione, su sentiero ripido N° 542 che in alcuni punti agevola la salita con dei mancorrenti in cavetti d’acciaio. Risaliamo contornati dalle immense pareti del Catinaccio e delle Torri del Vajolet fino a raggiungere uno dei luoghi più belli delle Dolomiti, la conca del rifugio Re Alberto (2621 m), di fronte alle storiche Torri. In circa un’ora e venti. Dopo un pranzetto e alleggeriti gli zaini in rifugio, ci incamminiamo verso la finestra del Passo di Laurino per arrivare quasi a toccare le ripidi pareti delle Torri e dove potremmo ammirare verso nord parte dei Denti di Terrarossa e lo Scilliar, con ulteriori 20‘ di salita arriviamo a Passo Santer (2741 m), bellissimo luogo panoramico.

ORE di CAMMINO: 4-5 ( Escluso soste ) – DIFFICOLTA’: EE ( Escursionisti Esperti ) – DISLIVELLO: +800m  - 170m.

Escursione di Domenica 11
Dal rifugio riscendiamo per ripido sentiero attrezzato N° 542 verso i rifugi Vajolet e Preuss (2243 m). Da lì risaliamo su sentiero N° 584 fino a passo Principe (2601 m) dove si trova un piccolo rifugio con una splendida visuale sui restanti Denti di Terrarossa e sull’Alpe di Siusi. Dopo uno sguardo, sulla destra, verso l’imponente massiccio del Catinaccio d’Antermoia (3004 m) la più alta cima del gruppo, rientriamo verso il rifugio Vajolet per lo stesso sentiero, e di seguito per il percorso del giorno precedente rientriamo al rifugio Ciampedie per riprendere la funivia che ci riporterà a Vigo di Fassa

ORE DI CAMMINO: 4-5 ( Escluso soste ) – DIFFICOLTA’: EE ( Escursionisti Esperti ) – DISLIVELLO: +400m  - 800m.

INFO RIFUGIO: Siamo sistemati in camerone, con piumino e coperte, dobbiamo portarci sacco lenzuolo, ciabatte, asciugamano e tutto quanto per igiene personale come prassi in tutti i rifugi alpini.  Mezza pensione 65 €uro bevande escluse. Importante: In rifugio serve pagare in contantiPosti disponibili N°10.

PERCORSO AUTO: Modena Autostrada, uscita Egna Ora, poi tenere per Val di Fiemme e Val di Fassa fino a Vigo di Fassa, 1336 m. dove lasceremo l’auto per prendere la funivia (ore 8/18 no stop, 20€ A/R) per arrivare al rifugio Ciampedie, 1990 m. dove inizia la nostra escursione.

RITROVO: ore 6 sede CAI, oppure 6,15 motorizzazione di Modena - Trasferimento con auto proprie.

ISCRIZIONE: entro martedì 6 Settembre presso l'accompagnatore - QUOTA: 5€ - a cui vanno aggiunti 25 €uro di caparra versata al rifugio, da scontare al momento del saldo in rifugio. Totale iscrizione 30 €uro.

ACCOMPAGNATORI: Claudio Fregni 338-1170366


ALTRE INFO
Storia e leggende riguardanti la nostra escursione del 10-11 settembre 2022 

Il nome Dolomiti deriva da De Dolomieu, il ricercatore che scopri che la Dolomia, a lui intitolata, non era comune calcare, ma carbonato di calcio e magnesio, rocce sedimentate in vecchie barriere coralline nel Mar della Tetide 200 milioni di anni fa mentre il mare si abbassava le barriere si alzavano verso la superfice, poi eruzioni vulcaniche fecero morire i coralli e infine l’innalzamento delle Alpi fece emergere anche le Dolomiti dichiarate patrimonio dell’umanità. Le Torri del Vajolet fanno parte della storia dell’alpinismo e sono tuttora meta di parecchi alpinisti, agevolati dalla vicinanza del rifugio Re Alberto1° del Belgio, grande appassionato di alpinismo. In onore ai grandi alpinisti dell’epoca le torri sono denominate in ordine da ovest Torre Piaz, Torre Delago e Torre Winkler. Il rifugio Vajolet fu fatto costruire dal famoso alpinista Tita Piaz ”il Diavolo delle Dolomiti” famoso per parecchie prime dolomitiche. Dalla terrazza del rifugio gli ammiratori seguivano col binocolo le sue evoluzioni in parete, poi nel ventennio il rifugio venne sequestrato e divenne proprietà statale, e lui costruì il vicino rifugio Preus, intitolato all’amico e rivale alpinista.

L'escursione ci porterà sulle Dolomiti nel reame di Re Laurino, cioè nella zona del Catinaccio e Torri del Vajolet, dove ogni cima ha una sua leggenda o un suo fantastico personaggio collegato. Là dove oggi ci sono solo rocce e sassi, una volta c'era un bellissimo castello che apparteneva a Laurino, Re dei Nani. Il castello era circondato da un bellissimo roseto ed ogni rosa, per volere del Genio dei Geni, conteneva l’anima di un valoroso guerriero morto in guerra. Un giorno Re Laurino, con l’aiuto di un cappuccio magico che lo rendeva invisibile e di una cintura che gli dava la forza di dodici uomini, rapì la principessa Similde. Molti cavalieri si gettarono alla ricerca del nascondiglio segreto di Re Laurino e quando videro il roseto capirono dove avrebbero trovato Similde. Seguì un violentissimo combattimento e i cavalieri dopo avergli tolto la cintura e il cappuccio magici riuscirono a catturare Re Laurino. Similde sposò il più valoroso dei cavalieri e Re Laurino fu imprigionato. Il Re dei Nani riuscì a fuggire e ritornò sulle sue montagne. Quando vide il roseto che aveva guidato i cavalieri fino a lui, pronunciò un incantesimo e trasformò il roseto in pietra in modo che nessuno lo vedesse nè di giorno, nè di notte. Si dimenticò però del tramonto, per questo ancora oggi al tramonto la montagna si tinge di rosa facendoci ammirare il giardino di rose di Re Laurino. E' per questo il Catinaccio è chiamato in lingua tedesca “Rosengarten”. Le Torri del Vajolet sono invece tre torri di un’antica città che sorgeva sulla cima del monte. Queste torri si rifiutarono di suonare le campane e impedirono così l’entrata di un principe tiranno che voleva sposare la principessa e diventare padrone del paese e così Dio le premiò trasformandole in pietra.

Un’altra leggenda spiega invece l’origine del lago di Antermoia. Si narra infatti che Antermoia fosse il nome di una ninfa che si aggirava tra i monti suonando la cetra. Un giorno un famoso cantore di Castelvecchio si innamorò di lei e quando Antermoia scomparve per sempre, il suo dolore riempì di lacrime una conca solitaria tra le cime del Catinaccio.

Il partecipante si dichiara a conoscenza del REGOLAMENTO SEZIONALE disponibile sulla Home Page

 

Localita  TN
Contatto  C.Fregni - EE

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