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Calendario escursioni

GRAN PARADISO 4061 m
Dal 14/07/2018 Al 15/07/2018

È posto nel cuore dell’omonimo Parco Nazionale e costituisce lo spartiacque fra la Valsavarenche e la Valle di Cogne ed è l’unico 4.000 completamente in territorio italiano. Si tratta di una montagna prevalentemente glaciale, percorsa da nervature rocciose; la cresta sommitale, dove è presente la vetta tradizionale, è parzialmente rocciosa, mentre la vera vetta è essenzialmente nevosa. La salita dal rifugio Chabod presenta uno scenario più alpinistico rispetto alla classica salita dal rifugio Vittorio Emanuele, visto l'ambiente che si attraversa ed essendo il ghiacciaio del Laveciau più crepacciato.
Via di salita: Via normale dal rifugio Chabod   Difficoltà: PD, II   - Dislivelli: sabato +900 m -  domenica  +1300 -2200 m   Tempi: sabato 2.30 h, domenica 5 h + 5 h per la discesa
Quota: mezza pensione al rifugio Casati 49.50 € (compresa di tassa di soggiorno) + quota di iscrizione e spese organizzative 10 €  Iscrizioni entro il 30 Giugno, versando la quota di iscrizione (10€) presso il CAI di Sassuolo.
Accompagnatori: IA Maurizio Ferrari (333 7647094) ed istruttori di Alpinismo della Scuola Bismantova

Salita:
Sabato - Dal parcheggio a fianco della strada 1.834 m., si attraversa il torrente Savara; si incontrano quindi i casolari dell’Alpe Pravieux 1.871 m., dove ha inizio la mulattiera che si inoltra nel bosco sino all’Alpe Lavassey 2.194 m. Accanto alle baite il sentiero si divide e si segue la diramazione di destra che sale con ampie svolte. Si costeggiano poi le rocce della Costa Savolère. A destra appare la morena ed il ghiacciaio di Lavaciau. Il sentiero segue la sponda destra orografica del torrente e dopo un tratto a lieve pendenza, volge decisamente a sinistra per rimontare il ripido pendio che consente di toccare il ripiano dove è posto il rifugio Chabod 2.750 m.
Domenica - Dal rifugio Chabod 2.750 m. si prendono le tracce di sentiero sulla destra dell'edificio che funge da locale invernale e, seguendo la condotta dell'acqua che alimenta il rifugio, si risale per qualche centinaio di metri il filo del costone. Poi, sempre seguendo la condotta dell'acqua, si prende il sentiero che, procedendo a mezzacosta, scende nel vallone dominato dal ghiacciaio di Montandeyné, percorso più a valle dalla mulattiera che risale al rifugio. Si attraversa il torrente e dopo un breve pianoro si raggiunge il filo della morena che divide i ghiacciai di Montandeyné e di Laveciau (lato destro orografico del ghiacciaio Laveciau) (2.790 m., 20 min. dal rifugio). Di qui, seguendo gli evidenti ometti in pietra, si segue il filo della morena lungo discontinue tracce di sentiero. Poco prima che la morena si innesti sulle bastionate rocciose, si scende sul ghiacciaio di Laveciau ai piedi del Piccolo Paradiso e lo si attraversa verso destra grosso modo in piano per raggiungere il margine sinistro orografico proprio sotto un gruppo di spettacolari seracchi della parete nord del Gran Paradiso (3.250 m., 2:20 ore dal rifugio). Prestando molta attenzione ai seracchi di sinistra, si cerca un passaggio attraverso i crepacci a destra e si perviene ad un vallone delimitato sulla destra dalla cresta chiamata "Schiena d'Asino". Si risale il vallone al centro fino a raggiungerne la testata e a collegarsi con la via normale proveniente dal rifugio Vittorio Emanuele II (3.700 m., 3:45 ore). Seguendo il dosso si giunge in breve al colle subito a nord della Becca di Moncorvè (3.850 m., 4:00 ore). Di qui si piega decisamente a nord (sinistra) superando un breve ma ripido pendio che porta ad una rampa glaciale delimitata a destra dalla cresta che dal Roc del Paradiso si spinge sino al Gran Paradiso. Passando sotto le roccette alla base della cresta si raggiunge, dopo aver attraversato la crepaccia terminale, un colletto che si affaccia sul ghiacciaio della Tribolazione ad est. Si risale infine l'elementare cresta rocciosa e, dopo un esposto ma facile passaggio sul versante di Cogne (protetto con spit), si raggiunge la statua della Madonna posta sulla vetta tradizionale del Gran Paradiso (4.061 m., 5:00 ore). La vera vetta è appena oltre, ma per raggiungerla è necessario percorrere una cresta piuttosto aerea.
Dislivello 1.300 m., ore 5:00.
Discesa:  Avviene lungo lo stesso tracciato della salita. Ore 3:30 sino al rifugio, ore 1:30 dal rifugio al parcheggio.
Attrezzatura: Completa per ascensioni in alta montagna:
ramponi, piccozza, imbraco, casco, moschettoni (2 HMS) e cordini (1 cordino da sosta, 1 cordino per il prusik sulla cordata da ghiacciaio (3 – 3,5 m.), 1 cordino corto per machard). Le corde sono fornite dal CAI di Sassuolo.   Sacco lenzuolo per il rifugio.

Localita  AO
Contatto  M.Ferrari - A

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